Bund: conviene investire? Intanto Milano perde il 20%

bundI Bund tedeschi sono sempre una garanzia, ma conviene investire oggi nei titoli tedeschi? La domanda viene spontanea, viste le difficoltà delle borse mondiali, tra guerra commerciale e crisi dell’euro. Una crisi di fiducia, e non di valore, visto che una svalutazione era vista di buon occhio per le esportazioni.

La crisi deriva dalla situazione europea, una crisi di fiducia della popolazione nella stessa entità “Europa”. E l’Italia è forse il simbolo di questa crisi. Da quando si è instaurato il Governo Conti, la borsa di Milano ha perso il 20%.

Investire in Bund?

Quando c’è aria di crisi, gli investitori cercano sempre un rifugio. Lo yen, il franco svizzero, l’oro e i Bund tedeschi. Questi i rifugi più popolari. Lo yen e il franco si stanno apprezzando. L’oro non decolla, e i Bund offrono dei rendimenti al di sotto dell’inflazione.

La guerra commerciale continua a mietere vittime nelle borse mondiali, e così si iniziano a comprare i Bund, nonostante i rendimenti negativi fino a 7 anni.

Si comprano perché è già iniziata l’inversione di tendenza, lentamente. Fino a 2 anni fa infatti, erano negativi anche i Bund a 15 anni. Ora, con l’annuncio della BCE sull’interruzione del QE, i prezzi dovrebbero aumentare. Certo, chi ha comprato ieri, può aver avuto una perdita secca fino al 20% nel decennio. Ma in una certo senso è stato costretto dalla repressione finanziaria. Meglio perdere un po’, che rimanere al palo o perdere tutto.

Investire nelle obbligazioni corporate per limitare i rischi

obbligazioni corporateDopo qualche anno di forti rialzi, il mercato azionario ha mostrato molte incertezze, e così i piccoli investitori potrebbero richiedere prodotti più sicuri, tra i quali le obbligazioni corporate.

Per gli analisti, pur essendoci un minimo di rischio, così come è normale, questo settore è attualmente sicuro.

Anche se c’è un indebitamento maggiore del mercato, questo viene pareggiato dalla crescita economica.

I prodotti su cui puntare

Ci sono molti prodotti su cui puntare, seguendo varie strategie. Queste sono il fulcro di questo tipo di investimenti. Una strategia da seguire è quella dei titoli garantiti da prestiti, con tassi variabili. Si tratta degli ABS, denominati in pounds britannici. Con questi titoli potrete incassare la cedola seguendo i tassi di interesse di Bank of England, che sta attuando un rialzo progressivo per il prossimo triennio.

Anche la BCE ha acquistato questi prodotti, migliorandone la reputazione. Ma a differenza della banca centrale britannica, quella europea non aumenterà i tassi fino all’anno prossimo, e solo se la situazione sarà favorevole.

Altre obbligazioni da tenere d’occhio sono le falleangel, legate ai requisiti patrimoniali delle compagnie assicurative. Si tratta di obbligazioni speculative interessanti, dopo che le banche centrali ne hanno forzato la vendita, abbassandone i prezzi. Ma gli conta molto anche l’emittente, quindi fate attenzione a cosa comprate.

Bond bancari, qual è la situazione?

intesa sanpaoloLa situazione degli istituti di credito italiani, oggi, e dei bond bancari in particolare, è abbastanza negativa, a causa del rally dello spread italiano. Negli ultimi giorni si è assistito a molti sell off, in particolare di Mps, dopo le dichiarazioni dell’esponente leghista Borghi, e quelli di Unicredit e Sanpaolo. I rendimenti stanno sentendo la pressione degli investitori.

La situazione

Molte vendite sono state effettuate per i decennali Bond Tier 2 di Mps, per monetizzare un titolo che aveva avuto una quotazione iniziale troppo alta.

E l’istituto deve ancora cartolarizzare i suoi NPL per circa 24 miliardi. L’attuale situazione italiana, con un governo che stenta a decollare, sta affossando il comparto bancario, Mps in testa, detenuta al 68% dal Tesoro.

Una grossa mano arriva dalla BCE, che sta cercando d risolvere i problemi degli istituti di credito italiani con l’acquisto di obbligazioni. Ma nonostante le massicce operazioni, i crediti inesigibili sono ancora troppi, e il programma di QE dovrà necessariamente terminare per la fine dell’anno, o al massimo tra 18 mesi, quando Draghi dovrà lasciare il suo mandato in scadenza ad un tedesco, che non sarà così accomodante.

Per Intesa Sanpaolo e Unicredit invece, nonostante i sell off siano stati importanti, la situazione patrimoniale è solida. Le due banche non hanno sofferto grazie ad una gestione più attenta e florida finanziariamente.

Mercato obbligazionario: meglio i privati o gli stati?

bondAlla Raiffeisen Capital Management pensano che il mercato delle obbligazioni premierà quelle delle corporate, piuttosto che i bond statale.

I bond governativi infatti non hanno rendimenti alti, con tutti gli acquisti fatti dalle banche centrali nei QE, anche se questi programmi ora sono giunti al termine.

Il futuro dopo i QE

Dopo aver sostenuto i band statali, le banche centrali dovrebbero cambiare la loro politica economica. Molto dipende dall’inflazione, che non sta decollando, né in America, né in Europa.

Mario Draghi aveva dichiarato di voler sostenere l’inflazione prolungando i QE, ma nell’ultima riunione sembra che questa decisione sia stata ripensata e messa da parte.

Per il momento la BCE ha deciso di scendere a 30 miliardi negli acquisti, ma gli spread non stanno salendo.

Per l’analista della Raiffeisen Capital Management, saranno invece i corporate bonds a far incassare i rendimenti maggiori, mentre per i titoli di stato, bisognerà aspettare almeno la metà del prossimo anno.

I corporate bonds invece segnano rendimenti superiori ai rating, e sono sovra performati rispetto alla realtà. Per gli investitori che amano i rendimenti, rispetto ai tassi, è quindi un buon momento per investire nel mercato obbligazionario, sia in covered bond che corporate.

Elezioni e obbligazioni

cedoleIl mercato obbligazionario, nell’anno appena passato, ha visto una certa stabilità e rendimenti abbastanza bassi, soprattutto in occidente, con i tanti Qe delle banche centrali. Quest’anno però siamo di fronte ad alcune elezioni politiche, in Italia e in altri paesi, e alcune crisi geopolitiche potrebbero intervenire a influenzare il mercato. Dovrebbe essere dunque un anno un po’ più complicato del 2017, anche se la situazione tra le due Coree sembra essere sulla via della distensione. In realtà anche il 2017 aveva visto qualche problema, ma il mercato non ha comunque mostrato volatilità, e qualcuno suggerisce che l’eccessiva cautela dimostrata dagli investitori, come l’acquisto di protezioni sul won sudcoreano, sia stata eccessiva. Altri invece hanno apprezzato la cautela, consigliando di proseguire su questa strada. Comunque bisognerà osservare alcuni mercati obbligazionari specifici, per via delle elezioni, che si terranno in Thailandia, Brasile, Malesia, Messico, Indonesia, Colombia e Russia, nonché in Italia. Questi paesi insieme comprendono più della metà dei mercati ritenuti emergenti, mentre l’Italia resta sempre un paese molto importante.
Ci potrebbero essere delle tensioni su questi mercati, ma anche delle opportunità, come successe l’anno scorso per il Sud Africa, dove JP Morgan prima si ritirò e poi rientrò acquistando a prezzi più bassi. Poi c’è una certa incertezza in America, specialmente per le dichiarazioni di Trump sul NAFTA. Tenere dunque d’occhio la situazione di questi paesi, se volete investire in obbligazioni.

Azioni Saipem e obbligazioni Exor

saipemArticolo misto per segnalare due buoni investimenti su due mercati diversi, quello azionario e quello obbligazionario. L’azione Saipem continua a segnare rialzi, anche se ieri si era segnalata per un ribasso. Il prezzo dell’azione sta cercando di arrivare ai 4 dollari, con un rialzo mattutino del 2,2%. La borsa di Milano così sfrutta la salita e cresce per il momento dello 0,5%. La Saipem sta crescendo, e crescerà in futuro, grazie al rialzo del prezzo del petrolio, seppur contenuto rispetto alle previsioni di qualche mese fa che lo volevano a 80 dollari per Natale. Ma anche l’analisi della società Bernestein fornisce una spinta alle azioni, con il passaggio del ranting da underperform a market perform. È quindi più che probabile che la Saipem sfonderà presto i 4 euro.

Intanto Exor della famiglia Agnelli ritorna sul mercato obbligazionario con un titolo senior unsecured da 500 milioni di euro. L’obbligazione è riservata agli investitori istituzionali per taglio minimo di 100.000 euro. Si tratta di decennali con scadenza al 18 gennaio, a tasso fisso, da negoziare non solo a Milano, ma anche alla borsa irlandese e a Euro TLX.

Oggi si saprà di più sul prezzo dell’obbligazione anche se le indiscrezioni fornite parlano di 115 bp sopra il tasso midswap, attorno al 2%. Size benchmark a 500 milioni di euro. Standard & Poor’s ha fissato il rating a BBB+.

Il green bond di Ferrovie Italiane

green bond Ferrovie ItalianeLe Ferrovie Italiane hanno lanciato sul mercato obbligazionario il Green Bond, il primo di questo tipo sul mercato europeo, con un rendimento dello 0,875% annuo. Un rendimento molto basso dunque, addirittura più basso di un Btp, in quel mondo dei bond governativi che molti investitori stanno ora lasciando, preferendo il più fiorente mercato azionario. Nonostante questi rendimenti bassi, i bind delle Ferrovie sono stati esauriti praticamente subito, per la forza attuale dell’azienda, e il suo piano industriale che sta affascinando molti investitori. Un piano che si è subito presentato con ebitda margin nel primo semestre del 25,7%. Un piano fino al 2016, a lungo termine, che si sta dimostrando già vincente. I numeri delle Ferrovie Italiane sono quelli di un’azienda in salute, con ricavi operativi aumentati del 7,2% fino a 4,6 miliardi. La posizione finanziaria alla fine del primo semestre è a 8,07 miliardi.

Così, le obbligazione per 600 milioni destiate all’acquisto dei nuovi treni Electric Multiple Unit del 30 novembre sono state tutte acquistate. Taglio minimo da 100mila euro, i nuovi treni sono destinati al trasporto regionale ed Etr 1000 ad alta velocità. Questa nuova tecnologia promette di inquinare il 75% in meno rispetto ai vettori aerei e di consumare il 30% in meno di energia. Molti investitori, più della metà, vengono dall’estero e la domanda di bonds era arrivata a 1,3 miliardi. Sono 115 gli investirori che hanno fatto richiesta. Il rating di s&P e Fitch è il BBB. La cedola non è mai stata così bassa, con spread finale a 52 punti base.

Ipi: nuova emissione di bonds

IpiL’Ipi, la grande aziende torinese del settore immobiliare, emetterà nuove obbligazioni per 20 milioni di euro, con il nome di Ipi 5% 2018-2020, che pagheranno il 5% all’anno ogni semestre. La scadenza è a 2023 con ammortamento iniziale al 20 gennaio del 2020 che pagherà rate annuali con riferimenti del 10% per i primi due e poi il 30% e il 50%. Sulle obbligazioni l’Ipi pone un’ipoteca di garanzia sui suoi immobili. Un investimento sicuro garantito dagli immobili torinesi dell’azienda. Sull’Ipi pesava il credito deteriorato sulla Porta Vittoria, oggi tutto ceduto, che si portava avanti dal 2015. Oggi il bilancio si è liberato del debito, ceduto ad un istituto di cui non è stato rivelato il nome. Inoltre l’IPI sarà l’azienda incaricata dell’eventuale cessione degli immobili di Porta Vittoria, nel caso chi ha acquistato i crediti deteriorati decidesse di fare operazioni di compravendita.

Secondo l’Amministratore Delegato di Ipi, Vittorio Moscatelli, con questa operazione di emissione obbligazionaria, l’azienda diversifica le proprie entrate da cui far partire gli investimenti. Il prestito obbligazionario riporterà in buona salute le riserve finanziarie che si erano assottigliate dopo i nuovi investimenti del 2017, mirati ad aumentare il patrimonio immobiliare e finanziario. Il patrimonio immobiliare dell’Ipi ha un valore di circa 300 milioni, e l’azienda si pone come advisor anche per le istituzioni e per grandi privati.

Le obbligazioni Barclays disponibili da oggi

barclaysPer gli investiori italiani scatta oggi la caccia alle obbligazioni subordinate della Barclays, negoziabili in Borsa Italiana (ExtraMot), al rendimento del 1,2%. Scadenza tra quattro e cinque anni, per i due titoli Lower Tier II, e si tratta di un’emissione attesa sette anni. Il gigante bancario della Gran Bretagna infatti, aveva dato ai mercati le ultime obbligazioni nel 2010, in piena crisi. Crisi che aveva fatto interrompere le emissioni fino a questo agosto, quando aveva piazzato un Coco Bond da 1,25 miliardi di sterline al 5,875% per gli investitori istituzionali.

Ora i due titoli, da due miliardi di euro, un miliardo in scadenza nel 2021 al 6% di tasso fisso coupon, e un miliardo al 6,625% in scadenza nel 2022. Il primo coupon da pagare annualmente il 14 gennaio, il secondo il 30 marzo. Per le scadenze, il rendimento del titolo al 2021 è dello 0,95%, mentre per il titolo a scadenza per il 2022, è del 1,2%. Gli importi minimi (moltiplicabili) acquistabili sono fissati a 50mila euro.

Per quel che riguarda la situazione finanziaria della banca, il secondo quadrimestre di quest’anno è stato nel segno negativo, con una perdita di 1,4 miliardi di sterline, una vera inversione di tendenza rispetto ai 433 milioni di utile netto dell’anno scorso. Tra le cause, la stagnazione dei settori di retail, il calo dei capitali e dei bond, e soprattutto il risarcimento ai clienti di 700 milioni di sterline per la fornitura di prodotti assicurativi non richiesti.

Carige: i bond subordinati 2020 volano

carigeLe obbligazioni high yield 7,321% al 2020 tornano a salire, con un altro +2,6% per superare quota 80. Si tratta di un forte rialzo sul medio periodo, dopo il minimo storico di giugno. Da allora, i rendimenti sono cresciuti e le obbligazioni hanno fato segnare un rialzo del 100%, grazie soprattutto al nuovo piano industriale che spinge gli investitori alla fiducia sull’acquisto dei bond, oggi al 14% di rendimento. Il piano verrà divulgato in settimana, dopo la riunione dello scorso venerdì che ha dato il via libera alle nuove strategie di Banca Carige, incentrate sulla ristrutturazione degli esuberi, e sul ritorno al verde in bilancio. Su queste due problematiche è stato basato il piano, che vuole far tornare la banca in attivo già dall’anno prossimo, anche se lo scorso trimeste si è chiuso con un passivo di 113 milioni di euro, comunque minore dei 154,9 milioni di perdite registrate nel primo trimestre, di cui 66 milioni sono per la cessione Gacs. Bene il risultato dei crediti deteriorati, scesi a 7,2 miliardi lordi, con una diminuzione di 1 miliardo rispetto ai due trimestri precedenti. Togliendo la cessione Gacs, secondo la Banca Carige, i crediti deteriorati sarebbero inferiori ai 3 miliardi lordi, pari ad 1 miliardo netto.

Questi sono i numeri che stanno portando i band subordinati di Carige in alto.

Tesla finanzia Model 3 attraverso bond

La Tesla ha deciso infatti di lanciare un bond da 1,5 miliardi di dollari per finanziare la produzione della Tesla Model 3. Un’azione che non molti si aspettavano ma che è senza dubbio in linea con i tempi e con quello che è l’atteggiamento finanziario del suo fondatore.

Arriva Jackson Hole: mercati obbligazionari positivi

jackson hole

Il mondo finanziario, nell’attesa del vertice dei banchieri centrali a Jackson Hole, si gode un periodo positivo, che si spera proseguirà, secondo le attese, anche dopo il meeting. Negli USA, i banchieri dovrebbero annunciare novità di politica monetaria e tassi di interesse. Sotto l’ospitalità del presidente della Federal Reserve Jannett Yellen, si parlerà anche delle ripercussioni che questo dovrebbe avere sui mercati finanziari e sui cambi valutari. Al vertice è infatti probabile che Mario Draghi, presidente BCE, annuncerà la fine del QE in Europa, e l’avanzata dell’euro, verrà quindi frenata nell’ultimo trimestre di quest’anno.

Per l’Head of Research & Investment Strategy, AXA Investment Managers, Laurence Boone, le previsioni per il futuro non cambiano, e non ci saranno sorprese dai mercati, anche se non mancano delle posizioni sovradimensionate di alcuni assets in forte dipendenza con la ripresa, come le azioni al credito high yield e al debito.

Le azioni del mercato statunitense risultano ancora sopravalutate, mentre sono ridimensionate quelle del mercato europeo, dopo il rally di inizio anno. Più sensibili agli attacchi sarà il mercato azionario USA, a causa delle forze ribassiste sull’energetico, che nel 2017 è stato il settore trainante della crescita, per un terzo del totale. Intanto, l’inflazione dovrebbe infatti continuare a crescere lentamente, così come i salari. Resta il rischio di volatilità per le obbligazioni sovrane core.

Bond e azioni: quale futuro?

mercati-azionari-2011-tendenzaA delineare il futuro dei mercati azionari ed obbligazionari è James Swanson, CFA MFS Chief Investment Strategist, e l’analisi rispecchia tutte le incertezze del momento, con i due mercati che sembrano divergere fortemente, con prospettive del tutto diverse, già delineate con l’elezione di Trump e con le politiche monetarie delle varie banche centrali. L’America e l’Europa non si muovono più nella stessa direzione, e i due mercati vanno in senso opposto, con le azioni che spesso segnano dei rush, mentre le obbligazioni riducono le loro rendite. Sullo sfondo, il previsto, ma ancora non realizzato, rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse, che stanno accentuando la forbice tra mercato azionario e mercato obbligazionario, con quest’ultimo sempre meno redditizio.

Ci sarà dunque un nuovo boom azionario in vista? Certamente qui vi sarà inflazione, con un rallentamento sempre più accentuato, specialmente il prossimo anno, che vedrà, sia Fed, che BCE, alzare i tassi, con l’interruzione, molto probabile, dei programmi di QE della banca centrale di Bruxelles.

Poi pesano le incertezze politiche americane, con Trump che sembra sempre più in difficoltà nel mantenere le sue promesse elettorali, soprattutto in materia di fiscalità e stimoli economici. I mercati sembrano non crederci più, o comunque sono assaliti dai dubbi, penalizzando le obbligazioni.

Grecia: primi bond dal 2014

greciaLa Grecia torna sul mercato obbligazionario con un’emissione di bonds statali a 5 anni, la prima dal 2014 a questa parte. La Grecia ha bisogno di capitali, ma finora aveva rinunciato all’emissione, a causa della sua profonda crisi e debolezza economica. Domani dovrebbe essere aperta l’asta, mercato permettendo, questa emissione, con regolamentazione a partire dal 1 agosto. Ad annunciarlo il Ministero delle Finanze greco, che precisa come l’emissione potrebbe essere rinviata se le condizioni dei mercati non saranno favorevoli.

Prove di normalità dunque, per il piccolo paese ellenico, flagellato dalla crisi, che torna alle aste dei titoli incaricando i dealer primari Bnp, Bank of America Merrill Lynch, Citi, Deutsche Bank e Hsbc, le classiche banche che si occupano di quasi tutti i mercati primari europei. A facilitare e portare alla decisione di emettere bonds dopo ben 4 anni di sospensione, è stata la decisione di S&P di alzare il ranking del paese da ‘stabile’ a ‘positivo’, dopo che nelle settimane scorse sarebbe stata raggiunte un’intesa tra l’Unione Europea e il governo di Tsipras su una riduzione del debito, intesa che avrebbe anche facilitato un nuovo prestito da parte del FMI.

La Grecia rimane dunque fortemente indebitata, ma forse i creditori stanno per allentare un pochino la corda, per non rischiare di sopprimere e soffocare del tutto il proprio debitore e restare con un pugno di mosche.