Enrico Cerreto: la consulenza patrimoniale è opportunità

Enrico Cerreto: la consulenza patrimoniale è opportunità

“La consulenza patrimoniale è un’opportunità” parola di Enrico Cerreto, consulente patrimoniale, iscritto da aprile 2001 all’albo dei consulenti finanziari con mandato di Fideuram SpA.

“Il patrimonialista ha metodi, strumenti e conoscenze – spiega Cerreto – per aiutare i risparmiatori a fare le migliori scelte per se stessi e la loro vita. Per condividere con il cliente le varie fasi della pianificazione del patrimonio, così da essere punto di riferimento per ogni esigenza, è importante però ascoltare e capire le sue vere esigenze, anche quelle non dirette. È importante tradurre l’ascolto dei sentimenti delle famiglie e dei singoli individui che ne fanno parte, in una nuova chiave di lettura e di gestione del patrimonio”.

La storia e le dinamiche interne di un nucleo familiare sono quindi collegate con l’attività di consulenza patrimoniale.

“Non si può decidere di patrimonio, denaro e beni – afferma Enrico Cerreto – se non si parla prima di famiglia e dinamiche interne. Se non si considerano questi fattori, gli aspetti di gestione patrimoniale e finanziaria possono diventare molto rischiosi e distruggere un nucleo per generazioni”.

“Al patrimonialista – evidenzia Enrico Cerreto – i clienti richiedono assistenza su tutto il loro patrimonio: immobiliare, mobiliare, aziendale e reale e per tutto il ciclo di vita: dalla creazione, allo sviluppo, al mantenimento sino alla trasmissione ed alla successiva creazione di nuovo patrimonio. Tutto ciò avviene senza dimenticare l’importante attività di tutela personale, familiare e patrimoniale presente in ogni fase del ciclo”.

“Per poter fornire al cliente una consulenza integrata – prosegue – , le competenze richieste al consulente patrimoniale interessano tutti i professionisti che interagiscono con il cliente durante il ciclo di vita del suo patrimonio, quali: l’avvocato, il consulente finanziario, assicurativo ed immobiliare”.

Oggi Enrico Cerreto lavora alla sede di Napoli della Banca Fideuram, ha iniziato l’attività bancaria nel 1989 presso la Citibank Italia di Napoli, poi divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Ha ricoperto vari ruoli, tra cui back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.

Enrico Cerreto è laureato in giurisprudenza e ha studiato presso l’Imperial College Business School di Londra. È un’esperto del settore bancario e finanziario, come consulente patrimoniale si occupa di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. La ricchezza finanziaria dei suoi clienti è di 500mila euro di soglia minima.

Mercati emergenti: gli sviluppi di questo mese

mercati emergentiSi sta molto parlando in questi ultimi tempi dei mercati emergenti. Già il mese scorso era stato fatto un punto della situazione, in particolare per la crisi di alcuni mercati, Turchia e Argentina in testa, che avrebbero potuto influenzare negativamente gli investimenti.

La situazione attuale

I mercati emergenti potranno trarre vantaggio dalla lenta e piccola crescita, che allo stato attuale sembra costante. Le esportazioni migliorano, in Occidente. Poi ci sono le piccole crescite degli aggregati monetari ed un accesso al credito migliore, potranno lasciare spazio a più ampie manovre delle banche centrali nei paesi emergenti. L’estate ha visto le crisi valutarie di Argentina e Turchia, che hanno coinvolto anche altre valute emergenti.

Il peso argentino ha perso il 25,6%, la lira turca il 6,75%, il rand sudafricano il -10,8%, il rublo il 7,4%.

Se Turchia e Argentina hanno pagato le loro politiche economiche, gli altri paesi sono stati influenzati dalla bassa crescita occidentale e dalla politica monetaria della Federal Reserve. A pagare sono stati i fondi obbligazionari dei mercati emergenti, che hanno perso 1,5 miliardi di dollari a settembre.

Bene ha fatto il nuovo accordo tra Stati Uniti e Messico, con il paese di lingua spagnola che ha potuto aumentare la sua produzione di componenti per auto.

Educazione finanziaria: tutto quello che è opportuno sapere

Nella società moderna i giovani ed i meno giovani hanno una scarsa educazione finanziaria, non tanto perché sono poco interessati al loro futuro quanto piuttosto perché non hanno gli strumenti necessari per orientarsi. I giornali, le riviste o i siti specializzati su economia e finanza sono troppo tecnici o troppo politici. Il linguaggio quindi è di difficile comprensione per chi non è particolarmente avvezzo a questi temi, di conseguenza approcciarsi diventa difficile per i “normali” investitori. Negli Stati Uniti il Consumer Financial Protection Bureau ha rilasciato un programma per le scuole, in cui vengono spiegate ai bambini le prime nozioni relative all’assicurazione, alla finanza ed all’economia.

Conoscere i primi elementi di finanza ed imparare ad utilizzarli nel mondo corretto, sin dalla tenera età, forma i giovani a comprendere meglio sia i rischi che le opportunità. Nello specifico il documento statunitense prevede un programma personalizzato per ogni età: ai bambini dai 6 ai 10 anni vengono spiegate le nozioni di base come i prestiti, gli investimenti, le spese ed il risparmio. Ai bambini dai 10 ai 14 anni viene spiegato il concetto di rischio e di assicurazione. Ai ragazzi dai 14 ai 18 anni viene spiegato come prendere la prima decisione importante della loro vita: l’università. Dopo questo percorso i giovani sono formati per autogestirsi non solo in ambito finanziario ed economico, ma in generale in tutte le situazioni della vita.

In Italia manca uno strumento simile ed è in questo contesto che sta prendendo sempre più quota Altroconsumo Finanza, una rivista di consulenza ed assistenza che aiuta gli investitori nella gestione del loro capitale. Altroconsumo è un’associazione di consumatori senza scopo di lucro, che ad oggi vanta ben 40.000 associati in tutta Italia. Questo servizio recensisce e analizza gli strumenti maggiormente utilizzati e proposti dalle banche, per capire se sono soluzioni affidabili oppure no.

Altroconsumo Finanza è una piattaforma che offre diverse tipologie di servizi orientati all’investimento. Sono disponibili vari servizi personalizzati in base alle varie esigenze. Il servizio portafoglio consente di scegliere i percorsi studiati dagli specialisti di Altroconsumo. Il servizio di informazione costante prevede la pubblicazione sulla rivista di tutte le opportunità di investimento presenti sul mercato. Il servizio di gestione portafoglio consente di investire i titoli virtualmente per tenere traccia degli investimenti e dei possibili strumenti sostitutivi. Il servizio di simulazione all’investimento permette di inserire i titoli presenti nel portafoglio per controllarne il rendimento presente e futuro. Infine gli investitori possono accedere a strumenti di investimento a condizioni molto più vantaggiose, poiché vengono negoziati in blocco da Altroconsumo per i propri associati.

Le strategie di portafoglio offrono percorsi alternativi da scegliere in base alle proprie potenzialità di investimento. Sono previsti percorsi per chi può spendere fino a 10.000 euro, fino a 50.000 euro e fino a 100.000 euro. I risparmiatori quindi hanno la possibilità di agire con cognizione di causa per gestire al meglio il loro patrimonio. Il concetto di rischio fa quindi meno paura poiché gli utenti hanno gli strumenti necessari per comprenderlo. Ciò che cambia è soprattutto l’atteggiamento nei confronti del rischio in quanto si può decidere di accettarlo, rifiutarlo o difendersi con un’apposita assicurazione. Non ci sono però salti nel vuoto con l’appoggio di Altroconsumo, che esprime in maniera chiara i concetti di investimento, spesa e risparmio.

Corte dei conti: bene economia ma italiani in difficoltà

L’economia italiana sembra essersi rimessa quasi del tutto in carreggiata ma non bisogna dimenticare che molte famiglie si trovino ancora in difficoltà. E’ questo il messaggio lanciato oggi dalla Corte dei Conti. E meno tranquillità economica si trasforma, in campo finanziario, in minori investimenti sia generalmente che sulle commodities, le materie prime.

Rialzo dei tassi: Germania preoccupata da scoppio bolla

bolla finanziariaIl ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che non dovrebbe comunque far parte del nuovo governo, ha dichiarato tutta la sua preoccupazione per una nuova bolla finanziaria pronta a scoppiare, nel caso di rialzo dei tassi da parte della BCE. La preoccupazione, condivisa da molti analisti, è per l’accumulo della liquidità e l’aumento del debito pubblico e privato”, che con il rialzo potrebbero scatenare un’altra crisi. Tra gli analisti concordi con la visione di Schaeuble, la Banca dei Regolamenti Internazionali, che aveva già lanciato l’allarme prima del tedesco. Tutto il pianeta sarà sotto pressione, perché ormai abituato al credito a tassi bassi, e non pronto ad una nuova stretta monetaria. La crisi insomma, sarebbe stata superata solo grazie al credito molto conveniente, ma senza quella struttura solida capace di garantire un’economia stabile di fronte a “tassi normali”.

In particolare, l’economia anglosassone, che secondo Schaeuble non godrebbe di concordati con i lavoratori, sarebbe a forte rischio, coinvolgendo così anche il resto dei paesi. Secondo la BCE però, e il suo stress-test, le banche sarebbero pronte al rialzo dei tassi, e anzi guadagnerebbero da un aumento degli interessi ricavati dal credito per almeno tre anni. Solo un’esagerazione tedesca dunque, non confermata dalla banca centrale, i cui test hanno invece indicato che proprio il rialzo dei tassi sarebbe la mossa giusta per confermare la ripresa e abbassare i debiti. Intanto gli investitori restano incerti, e le borse contrastate.

Il Dow Jones farà un nuovo record?

Tra poco il Dow Jones apre le contrattazioni, e molti investitori si stanno fregando le mani, perché è attesa una nuova seduta record per il listino americano. Tutte le indicazioni sui futures danno segnali di un’altra giornata molto positiva per New York, e l’apertura è già in verde, con un +0,16 per cento e 22307 punti. I futures segnavano, a due ore dall’apertura, già uno 0,26 per cento in più, e la leggera flessione è solo un piccolo assestamento, in previsione dell’apertura ufficiale. Intanto sul listino S&P 500 la crescira è dello 0,21% mentre i futures sul Nasdaq viaggiano a +0,17%. questi numeri di pre-apertura sono segnali molto positivi, e molti investitori stanno osservando il mercato americano o hanno già investito, sicuri di un segna più piuttosto significativo per l’apertura della settimana. Il week-end infatti si è svolto senza sorprese, ed è possibile che Dow Jones e l’S&P 500 soddisferanno quanti hanno puntato su questi listini. In particolare la situazione di trend positivo potrebbe protrarsi anche per il resto della settimana, imprevisti permettendo, perché sono previsti buoni dati macro per oggi, con la pubblicazione delle previsioni sull’indice del mercato immobiliare NAHB a settembre e i risultati degli acquisti netti di attività finanziari a lungo termine di luglio.

Mercati emergenti in ripresa

mercati emergentiI mercati emergenti sono in ripresa, e mediamente, l’obbligazionario e l’azionario, hanno guadagnato il 50%, dopo le brutte performance del 2015, che li ha visti arrivare ai minimi nel gennaio del 2016. La Cina è in ripresa, grazie agli incentivi e alla produzione industriale, che sta tornando a chiedere materie prime. Una ripresa molto forte e convinta, a cui però si deve porre la domanda: continuerà?

La crescita dovrebbe essere costante e stabile, anche se c’è da valutare il rendimento medio, del 4,5% che non è paragonabile a quello USA, del 15,4%. Alcuni analisti prevedono comunque una crescita del 21% quest’anno, ma migliore performance dal 2010, e mantenersi stabile anche nel 2018.

Tra le società su cui molti suggeriscono di investire, ci sono Alibaba e Tencent, che puntano sull’e-commerce e non solo; gli elettronici classici come Samsung, Taiwan Semiconductor e Hon Hai Precision, e le banche indiane come Kotak Mahindra e HDFC, sulla scia della crescita economica.

Le azioni però, probabilmente non avranno dei dividendi entusiasmanti, e saranno mediamente del 7,6% l’anno, in linea con la crescita dell’ultimo decennio. Certamente gli USA offriranno rendimenti migliori, ma anche oscillazioni e rischi maggiori, rispetto alla costante crescita asiatica, che offre comunque una scelta azionaria sempre maggiore.

Atlante, svalutazione dell’80% e liquidazione

atlanteIl Fondo Atlante I, che era nato solo per salvare le banche venete, risente della conclusione della vicenda delle due banche, comprate al prezzo simbolico di un euro da Intesa SanPaolo, e il Fondo, in cui erano stati investiti quasi 3 miliardi e mezzo, si svaluta dell’80% e verrà avviato alla liquidazione per poi essere passato sempre a Intesa. Qui continuerà ad esistere e investire nei crediti deteriorati, dopo il risanamento statale da 5 miliardi.

Poi il fondo Atlante II, ancora attivo e che continuerà la sua azione sugli acquisti dei crediti difficili e cartolarizzati, finora acquistati per un valore di 26 miliardi di euro, naturalmente nominale, da Monte dei Paschi.

Intanto il CdA di Quaestio capital management Sgr ha svalutato il fondo Atlante I a 78.100,986 euro, complice l’azzeramento del valore della Banca Popolare di Vicenza e della Veneto Banca, e il nuovo valore del fondo, secondo la nota pubblicata dal consiglio, “è pertanto determinato esclusivamente dall’investimento nel fondo Atlante II”, che oggi vale 352.175,666 euro per quota.

Finisce così la storia del fondo Atlante I, da subito criticato da molti, e che ha dimostrato di essere stato praticamente inutile al salvataggio delle due banche, motivo per il quale era stato creato.

Il Messico torna ad alzare i tassi. Rendimenti giù

Messico

Il Banco de Méxco, la banca centrale del paese, ha di nuovo alzato i tassi sul costo del denaro, per la settima volta consecutiva, con un incremento di 25 punti. Il tasso di riferimento adesso è al 7%. La decisione è stata presa dal board della banca centrale con un solo voto contrario, e la banca ha dichiarato che – Il livello raggiunto è congruo con il processo di efficiente convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo del 3% – aggiungendo di prevedere un forte aumento dell’inflazione nei prossimi mesi. La nuova decisione del Banco, ha spinto i rendimenti dei bonds statali del Messico in basso, con i bonds a 10 anni che ora sono sopra i 104 punti, con rendimento al 4,15%, che a scadenza arriveranno al 3,68%. Poi quelli a 3anni, del 5,125%, hanno oggi un rendimento pari al 1,68%. Infine i titoli a 30 anni, che staccano cedole del 4,60%, con rendimenti del 4,75%.

Le agenzie di rating lasciano il giudizio invariato e sostanzialmente stabile. Oggi sono stabili su BBB+, mentre la valuta nazionale si è rafforzata in un anno, del 13%.

Veneto Banca: stop al rimborso dei bonds

veneto banca

Brutte notizie per gli investitori dei bonds di Veneto Banca. Il governo ha infatti pronto un decreto urgente per sospendere i subordinati, mentre i senior continueranno il loro percorso.

Si arricchisce così di nuovi dettagli la situazione delle banche venete, per cui si sta muovendo anche la BCE e la Commissione Europea per trovare una soluzione al bail-in. Il nodo è sempre un intervento privato, da parte di una cordata guidata da Intesa SanPaolo e Unicredit, pari a 1,2 miliardi, che consenta di sbloccare la ricapitalizzazione precauzionale del governo e avviare una ristrutturazione industriale che consenta alle banche venete di scongiurare il bail-in. Per questo il governo ha pronta la sospensione dei bonds subordinati, come suggerito ufficialmente da DG Competition di Bruxelles. La sospensione riguarderà solo le subordinate perché saranno queste a “pagare” la ristrutturazione finanziaria di Veneto Banca, così come successe per la vicenda Monte Paschi di Siena. Si tratta di bonds per il valore di 1,25 miliardi da convertire in azioni, sia di Popolare di Vicenza, che di Veneto Banca. Proprio quel miliardo e due richiesto per avviare le procedure di ricapitalizzazione che ancora non sono stati resi disponibili dalla cordata, che nei fatti stenta ancora a prendere una decisione ufficiale, anche se dietro le quinte tutti sembrano voler giungere in porto.

MPS: possibile un rinvio a giudizio per la banca?

MPS: possibile un rinvio a giudizio per la banca? E’ quello che potrebbe profilarsi nel prossimo futuro secondo quelle che sono le leggi vigenti. Ed ad andarci di mezzo non sarebbero solo i vecchi vertici della banca come l’ex ad Fabrizio Viola, l’ex presidente Alessandro Profumo, l’ex presidente del consiglio sindacale Paolo Salvadori, ma anche l’istituto stesso.

Oro sempre più scarso, possibili aumenti

oro

Per chi intende investire in oro, la notizia potrebbe essere molto importante per le mosse da fare nei prossimi anni. La disponibilità di oro da estrazione nei prossimi 10 anni dovrebbe scendere del 10%, e questo potrebbe far alzare il prezzo del metallo giallo, complice anche la voracità di molte banche centrali, di rimpinguare le proprie riserve aurifere. Ad oggi, la quotazione dell’oro è di 1,250 dollari per oncia, e il prezzo tende ormai a salire da anni. Sono molti che, in questo periodo di instabilità e crisi, stanno investendo in uno dei beni rifugi per eccellenza, quel metallo giallo che ha sempre attratto gli investitori. La guerra economica che Trump sta per lanciare, sembra rafforzare questa tendenza, a cui si dovrà aggiungere questa nuova notizia sulle miniere, che comincierebbe ad esaurire i loro filoni auriferi. Le scoperte di nuovi filoni sono sempre più rare, non a caso, solo tre filoni sono stati scoperti nel 2014, e dopo il picco estrattivo del 2016, di circa 3200 tonnellate, la quantità estratta è sempre in calo. Per comprendere il fenomeno, basti pensare che 30 anni fa, nel 1987, i filoni scoperti furono 37. A distanza di trentanni dunque una drastica diminuzione delle scoperte, che porta gli analisti a parlare di un calo del 10% sull’immissione di nuovo oro sul mercato. Alcuni pensano che ci vorranno altri due anni prima di vedere un calo nella produzione, e altri azzardano prezzi più che raddoppiati tra cinque anni. Insomma, per chi volesse comprare, oggi è il momento giusto.

Il governo cinese contro i magnati del calcio

Il governo cinese si mostra contrariato agli investimenti dei suoi magnati nel mondo del calcio europeo. I miliardari cinesi sono sempre più presenti nel vecchio continente per acquisizioni e partecipazioni nelle migliori squadre calcistiche, un modo come un altro per penetrare i mercati attraverso la popolarità del calcio. Ma il governo, e la banca centrale cinese, per bocca del suo governatore Zhou Xiaochun, non sono affatto contenti del fenomeno scatenato in Europa da molti Cinesi, dopo aver messo anche un tetto all’arrivo di stranieri strapagati nel loro calcio. Per il governatore Xiaochun, molti investimenti sono stati frettolosi e non in linea con i desideri del governo, non portando nessun concreto vantaggio nel paese. La Cina infatti, non vede gli investimenti nel mondo dello sport e dell’intrattenimento, un modo fruttifero di spendere i capitali, e creano anche dei malumori verso i paesi. Questi investimenti non farebbero parte delle politiche economiche cinesi, e saranno limitati. Intanto, i milionari di Pechino, hanno investito già due miliardi in Europa, prendendo proprietà su squadre di tutti i campionati, partendo dall’Inter fino all’Atletico Madrid, passando dal Nizza all’Aston Villa. Squadre gloriose e conosciute, ma quale sarà il ritorno preteso dai cinesi. Il governo non vede vantaggi, e non crediamo che i cinesi agiscano solo per passione sportiva.

Cosa è il Bitcoin e quali sono le differenze con le altre criptovalute

Il Bitcoin, anche conosciuto con il suo acronimo BTC, è una valuta digitale. Rientra tra quelle che vengono definite le criptovalute. Questa moneta digitale è creata elettronicamente e non è controllata da nessun governo o banca centrale. La gestione di questa moneta digitale si basa su un complicato algoritmo che determina il valore del Bitcoin quando viene creato e la quantità  di valuta in circolazione.

Diversamente dalle altre monete fiat come l’euro, la sterlina o il dollaro, il Bitcoin non è stampato e il suo valore non è collegato all’andamento dell’economia. Anche se la produzione dei Bitcoin è in mano alla gente, il suo creatore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha stabilito la quantità massima di BTC che verranno messi in circolazione ad un massimo di 21 milioni. Questo significa che quando questa soglia verrà raggiunta non ci saranno più Bitcoin disponibili.

A tutto oggi, persone comuni e aziende producono Bitcoins attraverso tecnologie sofisticate e potenti sistemi computerizzati. Quello che rende questa moneta digitale degna di nota è il fatto di essere facilmente trasferibile, completamente anonima e di avere costi di commissioni sulle transazioni bassissimi

Perché il BTC è diverso dalle valute tradizionali e dalle altre monete digitali?

Innanzitutto, nessuno stampa I BTC . È una moneta digitale. Per poterla conservare bisogna salvarla sul proprio hard drive o, cosa più consigliata, utilizzare dei portafogli digitali per Bitcoins. La quantità minima di BTC che è possibile scambiare è di un Satoshi, che corrisponde a 1/100,000,000 di Bitcoin.

Il BTC non ha un valore intrinseco. Le monete classiche basavano il loro valore su metalli preziosi come l’oro e l’argento. In tempi passati era possibile recarsi in banca con dei dollari o delle sterline e chiedere in cambio la quantità corrispondente di oro o argento. Questo non è assolutamente possibile con i BTC in quanto il loro valore viene determinato solamente da una formula matematica. I software che applicano questa formula matematica sono open-source ed è quindi piuttosto semplice garantire la trasparenza, la funzionalità e l’integrità di tutto il processo.

Le differenze quindi tra BTC e le valute comuni sono sostanziali e includono il totale anonimato, l’assenza di burocrazia, l’essere scollegata da un’autorità centrale come banche o governi, la trasparenza, le spese di commissione bassissime e la velocità con cui le transazioni vengono eseguite.

Anche le differenze tra i Bitcoin e le altre valute digitali come il Litecoin sono significative. I BTC sono stati creati nel 2009 con l’obiettivo di diventare la moneta digitale di riferimento. La differenza più importante tra Bitcoin e Litecoin sta nell’algoritmo che viene utilizzato per crearli.

Il Litecoin utilizza Scrypt come algoritmo di mining mentre il BTC utilizza l’algoritmo SHA2. L’utilizzo di Scrypt rende molto più facile produrre i Litecoin. Non occorrono infatti tecnologie avanzate ma si possono produrre Litecoin anche su computer normali utilizzando le GPU più diffuse. La maggiore facilità di produzione incide però sul prezzo della valuta che è inferiore a quello del BTC. Scrypt è inoltre un algoritmo meno diffuso rispetto a SHA2 e anche meno controllato. Alcuni analisti hanno infatti sollevato dei dubbi in merito alla sicurezza di questo sistema crittografico. È generalmente assodato che il Bitcoin sia una valuta digitale più sicura del Litecoin.

Altra differenza importante fra le due valute digitali è la quantità delle stesse in circolazione. Come menzionato in precedenza la produzione di BTC  si fermerà una volta raggiunti i 21 milioni di unità mentre per il Litecoin questo limite è stato stabilito in 84 milioni di unità.

Dove si comprano e vendono I BTC?

Il Bitcoin può essere acquistato o venduto attraverso diversi siti online. Prima di procedere con l’acquisto occorre munirsi di un portafoglio digitale su cui conservare la valuta. Questi si possono trovare on-line e sono compatibili con i principali sistemi operativi. Al momento non esistono assicurazioni per proteggere questi portafogli digitali.  In alternativa la moneta può essere conservata su portafogli digitali portatili o servizi di iCloud.

Al giorno d’oggi esistono moltissimi siti che accettano i Bitcoin come forma di pagamento fra cui anche colossi del calibro di Amazon e Expedia. I BTC stanno diventando una forma popolare di pagamento anche per l’acquisto di connessioni VPN grazie proprio alla loro caratteristica di totale anonimato. In alternativa, la moneta digitale può essere scambiata anche a livello personale tra singoli utenti.

A momento il mercato dei BTC non è regolamentato ma si stanno muovendo i primi passi in questa direzione. Visto il successo della moneta digitale, molti governi cominciano ad esprimere preoccupazione per eventuali frodi, riciclaggio di denaro sporco e tassazione e si stanno perciò operando per poter creare una regolamentazione al riguardo.

Il prezzo attuale del BTC è di $1.130,15, molto vicino alla quotazione dell’oro a $1239,80 l’oncia.