Edmond de Rothschild: i benefici di fusioni e acquisizioni di commodities

Edmond de Rothschild Asset Management rappresenta il braccio finanziario dell’omonima compagnia parigina ed è noto soprattutto per la sua attività nell’allocazione degli assets: l’ultima analisi di questa società ha messo in luce una particolare correlazione che esiste tra il mondo degli investimenti e le operazioni di fusione e acquisizione (meglio conosciute con la sigla M&A, merger and acquisition). Entrando nel dettaglio, c’è subito da dire che i due manager francesi Raphael Dubois e Emmanuel Painchault hanno voluto analizzare con accurata minuzia le operazioni dei principali attori coinvolti nel settore delle commodities e delle risorse naturali, mettendo in luce quelle che sono le conseguenze delle continue fusioni e acquisizioni (l’ultima in ordine cronologico è quella che ha coinvolto Potash e BHP Billiton).

Ice, le difficoltà del cotone si riflettono sui contratti futures

I mercati agricoli sono i grandi protagonisti dei rally e delle grandi quotazioni di questi ultimi giorni: le ultime tensioni sono state avvertite a livello dei prezzi del cotone, un’altra conseguenza diretta delle forti speculazioni che stanno coinvolgendo le piazze finanziarie. Cerchiamo di comprendere anche questa situazione. La commodity in questione ha subito all’Ice (Intercontinental Commodity Exchange) un brusco crollo: di questa performance hanno risentito in larga misura i contratti futures collegati, con quello con scadenza a ottobre quotato con un premio superiore ai quattro centesimi, mentre la scadenza di dicembre si trova ai livelli massimi da oltre tre mesi. C’è comunque da aggiungere che il contratto a pronti ha fatto registrare degli scambi molto bassi, soltanto mille lotti, a differenza degli oltre 100.000 del future di fine anno.

EtfPlus, i settoriali e le commodities agricole guidano i rialzi

Il mercato EtfPlus è stato ampiamente dominato, in relazione alla sua ultima seduta, da una forte volatilità negli scambi, tanto che si è seguito in gran parte l’esempio delle più importanti piazze d’Europa; i titoli azionari hanno deluso le aspettative, ma ci si è potuti “lustrare gli occhi” con i rialzi fondamentali del leveraged long sull’Euro Stoxx 50 (si tratta di un prodotto di Db X-Trackers) e del semiattivo (vale a dire lo strumento di cui il gestore può modificare l’intensità a seconda delle fasi che vive il mercato) di Lyxor, il quale beneficia delle performance del Ftse Mib. In questo caso, in effetti, gli incrementi sono stati nell’ordine dei due punti percentuali. Un altro dato molto interessante è stato quello relativo agli obbligazionari corporate del Vecchio Continente; in questo senso, ha assunto una certa rilevanza il quarto posto, sempre in relazione al giro d’affari realizzato, di Ishares Makit Ibbox Euro Corporate Bond, il quale si è accodato ai prodotti di Lyxor.

Cacao e caffè in testa al rally dei migliori futures su commodities

Il settore primario deve essere monitorato con estrema attenzione in questo preciso momento storico, visto che può fornire delle informazioni davvero interessanti sui principali beni commerciali e su quali di essi investire con una certa sicurezza: il dato che emerge con maggiore chiarezza è il rialzo subito dalle quotazioni del frumento (+42% nel mese di luglio), ma non si tratta dell’unico prodotto agricolo che si trova in queste condizioni, anche perché il Food Price Index stilato dall’Onu ha messo in luce degli incrementi importanti in questo senso. L’intero settore, però, merita un’attenzione di tutto rilievo; i consumi sono in ripresa e questo fattore ha consentito ai fondi di portare verso l’alto le quotazioni del petrolio e dei metalli industriali.

I consumi di cacao spingono verso l’alto il future a Londra

cocoa_powderL’ultima contrattazione settimanale del Liffe, il London International Financial Futures Exchange (si tratta del mercato dei contratti futures e degli altri strumenti derivati), ha avuto un accenno di orgoglio quando gli scambi relativi al cacao di questo mese hanno subito una forte impennata; in effetti, tutti gli investitori in possesso del “dolce” contratto sono riusciti nell’intento di rilevare oltre 240.000 tonnellate, un livello che non veniva raggiunto da addirittura quattordici anni. In particolare, c’è da rilevare come la società più impegnata in questo senso sia stata Bnp Paribas Commodity Futures, ma anche Newedge e Abn Amro Clearing hanno svolto un ruolo importante. A questo punto ci si attende uno scenario di mercato abbastanza preciso: i broker hanno depositato il cacao a Londra in modo da ottenere i maggiori benefici possibili dai prezzi, mentre per settembre le scorte non saranno così alte e ci potrebbe essere qualche problema.

 

Trading cereali: nasce società europea degli agricoltori

trading-cereali-agricoltori-societa-europea-nascitaAl fine di salvare la produzione made in Italy del pane e della pasta, nasce “Filiera Agricola Italiana”, una società di trading in cereali che si occuperà di gestire la contrattualistica nell’ambito della coltivazione e della commercializzazione di oltre 20 milioni di quintali annui tra grano tenero per il pane, soia, girasole e grano duro per la produzione della pasta; trattasi in tutto e per tutto di una società di trading degli agricoltori di prodotti non ogm e di origine italiana grazie alla presenza in “Filiera Agricola Italiana” di quattro società cooperative, una società di servizi della Legacoop e di Consorzi Agrari d’Italia, due organizzazioni dei produttori agricoli e ben diciotto consorzi agrari. L’iniziativa, in accordo con quanto ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Marini, nasce con l’intento di tutelare la produzione di pasta e di pane made in Italy visto che sul mercato italiano una confezione di prodotto su tre si trova a scaffale, pronta per la vendita al dettaglio, spacciata come italiana ma che invece, senza alcuna indicazione in etichetta, è un prodotto realizzato con il grano proveniente dall’estero.

Zucchero alle stelle a Bangkok, il future londinese in recupero

sugar-busters-1Lo zucchero sta diventando il desiderio più impellente di tutta Bangkok e il motivo è piuttosto semplice: in effetti, non bisogna dimenticare che la Thailandia rappresenta il secondo paese al mondo per quel che concerne l’esportazione del dolce prodotto, ma il 2010 rischia di essere il primo anno in cui questa tendenza non verrà confermata, con un più che probabile ricorso alle importazioni dall’estero. Cosa è successo di preciso? Le scorte si sono impoverite a causa, soprattutto, della grave siccità che ha funestato la nazione asiatica, un fenomeno che ha avuto delle ripercussioni fortissime, dato che gran parte degli agricoltori traggono sostentamento proprio dallo zucchero. La situazione non è affatto piacevole, ma rischia anche di peggiorare; il mercato locale si trova in netta difficoltà anche per motivi extra-climatici, tra cui il contrabbando dilagante, che è uno dei motivi principali per la gestione folle dei prezzi del comparto in questione.

 

Commodities: cali per oro e cacao, meglio puntare su riso e grano

granoIl punto di riferimento per quel che riguarda le principali esportazioni commerciali di questo momento è rappresentato senza dubbio dal mercato della Cina; non è un caso, infatti, che l’ex Impero Celeste abbia fatto registrare nel corso del mese di maggio un incremento pari a ben cinquanta punti percentuali, un dato che in molti si aspettavano (in primis gli analisti economici), ma che si è rivelato un ottimo sostegno a tutti gli altri mercati. Un fattore aggiuntivo che ha agevolato notevolmente il comparto delle commodities e il loro relativi investimenti finanziari è stato poi rappresentato dalla ripresa dell’euro nei confronti delle altre valute, un recupero che ha spinto verso l’alto i prezzi del settore in questione. D’altro canto, occorre anche tenere presente che i livelli raggiunti ormai dal petrolio, in particolare la tipologia West Texas Intermediate, sono impressionanti, dato che è stata superata quota 76 dollari al barile. Lo stesso discorso vale anche per i metalli di tipo non ferroso, eccezion fatta per lo zinco che è calato leggermente nel corso delle ultime contrattazione al London Metal Exchange, a fronte di guadagni medi compresi tra l’1,5% e il 2% da parte degli altri prodotti.

 

Focus commodity: investire in materie prime nel 2010

etf-commodities-300x218L’economia dei portafogli ben diversificati si sta ormai sempre più caratterizzando per la forte presenza delle materie prime: in effetti, si può ben notare come l’andamento dei mercati finanziari e delle commodity sia correlato a quello delle economie emergenti, tra cui la Cina. Il petrolio può essere considerato, senza dubbio, la risorsa più determinante in questo senso, visto che la correlazione tra i movimenti dell’oro nero e quelli del dollaro diventa consistente e anche i mercati azionari tendono a guardare con maggiore attenzione ai dati sulle scorte petrolifere. Per quel che riguarda invece l’oro, il bene rifugio per eccellenza ha attirato numerosi investimenti nel 2009, toccando i propri massimi storici a 1.215 dollari l’oncia. Ma i veri e propri market mover devono essere ricercati nel gruppo delle commodity agricole, vale a dire quelle che riguardano più da vicino la gente, come il grano e il frumento.

 

Petrolio e gas: puntare al rialzo con gli Etf

etf-gas-petrolioPer scommettere in Borsa sul settore energetico, ed in particolare sul gas e sul petrolio ci sono parecchie strade: si può optare per un Fondo Comune d’investimento settoriale, oppure puntare su un’azione ben precisa sul mercato italiano, europeo o internazionale; in quest’ultimo caso indicato, la tendenza crescente dei titoli di riferimento, per tanti fattori, non è detto che venga “replicata” dall’azione acquistata, ragion per cui puntare su un paniere, al posto del singolo titolo, è sempre la scelta migliore al fine di mediare il rischio. In “alternativa” al Fondo Comune d’investimento settoriale, ovverosia del comparto energetico, l’investitore può anche scommettere al rialzo sul settore attraverso gli Etf che sono negoziabili in tutti i giorni di Borsa aperta, hanno un basso costo di gestione annuo e non prevedono commissioni di ingresso, di uscita, di sottoscrizione e di performance come di norma, invece, possono esserci per i Fondi Comuni.

Commodities: comprare energia e metalli con gli Etf

etf-commoditiesInvestire sull’energia e sui metalli ha rappresentato negli ultimi anni, e probabilmente lo sarà anche in futuro, una buona occasione per ottenere performance superiori sia all’azionario, sia all’obbligazionario. Pur tuttavia, l’accesso diretto a materie prime come il gas, l’argento e l’oro, impone l’acquisto dei relativi contratti su mercati come il Nymex, il Cbot ed il Cme, mentre acquistando strumenti finanziari derivati senza leva si può sia mediare il rischio, sia accedere ai beni legati all’energia, ai metalli preziosi ed ai prodotti agricoli in maniera semplice ed a basso costo. Sul circuito telematico di Borsa Italiana S.p.A. c’è uno strumento di questo tipo, ed è nello specifico un Etf, emesso da Lyxor International Asset Management S.A., chiamato Lyxor Etf Commodities Crb, con codice ISIN FR0010270033; lo strumento finanziario è armonizzato e non prevede la retrocessione dei dividendi, in quanto questi sono soggetti a capitalizzazione.

Certificates su azioni, indici, valute e commodities

certificatesI Certificates sono degli strumenti finanziari che, con o senza l’effetto leva, permettono di replicare l’andamento di azioni, indici, valute, commodities ed altri sottostanti che magari sono  difficilmente accessibili direttamente da parte di un investitore. I Certificates, come accennato, si distinguono in due categorie: quelli senza leva, definiti anche come Certificates “investment“, e quelli “leverage“, ovverosia quelli su cui c’è un effetto leva; in quest’ultimo caso, rispetto al sottostante, le oscillazioni dello strumento finanziario sono più ampie e di conseguenza si amplifica anche il rischio di conseguire maggiori perdite o di ottenere guadagni superiori. Sono tante le tipologie di Certificates che, scambiati giornalmente come le azioni, consentono, ad esempio, di investire sul petrolio o magari sull’indice di una Borsa meno “accessibile” come quella russa o cinese.