Bond in Yuan, perché non sono più convenienti?

I bond in Yuan? Non sono più convenienti, pertanto è meglio starne alla larga. Il parere degli analisti è questo. Nel 2015 il mercato dei capitali ha vissuto un vero e proprio boom di emissioni in valuta cinese e tanti investitori, per diversificare il loro portafoglio o allettati da facili guadagni con il rafforzamento del renminbi, hanno acquistato titoli legati all’economia del Dragone.

Di fatto, tuttavia, è da almeno 6 mesi che i dati economici stanno facendo registrare un rallentamento della crescita del Pil cinese e i multipli delle società cinesi, quotate anche a New York, non rispecchiano minimamente i fondamentali economici. E la borsa di Shangai è crollata di colpo del 40% dopo aver segnato una crescita del 150% negli ultimi 18 mesi. In più le autorità di Pechino hanno svalutato per ben tre volte lo yuan nei confronti del dollaro tagliando poi il costo del denaro e allentando i margini di riserva delle banche verso la Banca Centrale. Tutte misure che denotano la difficoltà finanziaria della Cina a controllare le oscillazioni del mercato. In questo contesto, lo yuan è destinato a indebolirsi nel tempo nei confronti del dollaro, dopo essersi rafforzato molto in passato.

Pertanto – secondo gli esperti di Danske Bank – in questo momento è bene evitare di investire in obbligazioni emesse in valuta cinese (CNY) onde evitare il rischio di vedersi erodere capitale e interessi per via dell’indebolimento del cambio. A meno che non si disponga di strumenti per potersi coprire su eventuali perdite in questo senso. I collocatori, fra cui molte banche europee di alto standing creditizio, tendono al contrario a vendere bond denominati in yuan anche perché un deprezzamento della valuta locale per loro rappresenterebbe un guadagno.

 

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