Bond governativi: pessime vendite per Russia e Polonia

Russia e Polonia sono state capaci di raggiungere meno del 50% degli obiettivi che si erano prefissate in relazione ai loro bond governativi: le ragioni di un simile insuccesso sono evidenti, si va dal terremoto e dalla conseguente crisi nucleare del Giappone fino alle crescenti violenze che stanno dilaniando il Bahrain, senza dimenticare le terribili ore finanziarie che sta vivendo il Portogallo, tutti elementi che hanno allontanato un gran numero di investitori. Entrando maggiormente nel dettaglio, la Russia è riuscita a vendere 10,2 miliardi di rubli (356 milioni di dollari) in titoli obbligazionari (da queste parti si chiamano Obligatsyi Federal’novo Zaima, i prestiti obbligazionari federali) che giungeranno a scadenza nel 2016, dopo aver puntato però a una cifra ben superiore, trenta miliardi di rubli.


Lo stesso discorso vale per la Polonia, la quale è stata protagonista della cessione di 1,03 miliardi di zloty (354 milioni di dollari) in bond a tasso variabile e collegati al tasso di inflazione (la scadenza è stata fissata nel 2023), a fronte di un’offerta superiore ai 2,5 miliardi del proprio debito. Le aste hanno dunque avuto un esito sfavorevole, ma in fondo alcuni analisti avevano previsto una perfomance di questo tipo: i rendimenti degli Ofz russi denominati in rubli sono calati di due punti base fino al 7,61%, mentre gli strumenti polacchi si sono attestati al 6,27%.

Secondo Alexander Dotkin, trader obbligazionario presso Bank Zenit, istituto di credito moscovita, i cataclismi globali stanno scombinando condizioni ed equilibri dei mercati locali, ed è per questo che l’appetito nei confronti dei debiti sovrani non vive il suo momento migliore. Tra l’altro, c’è anche da sottolineare come il Belgio abbia deciso di non offrire bond con scadenza a giugno del 2017 nel corso di questa settimana a causa della volatilità e della continua incertezza delle piazze: le uniche note liete provengono dalla Germania, paese che ha attratto scommesse finanziarie per 9,37 miliardi di euro.

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