Banco Popolare: aumento di capitale, via libera dal Consiglio di Gestione

Via libera dal Consiglio di Gestione all’aumento di capitale del Banco Popolare fino ad un controvalore massimo di due miliardi di euro. A darne notizia con un comunicato ufficiale, nella giornata di ieri, è stato il Gruppo bancario nel precisare come la deliberazione del Consiglio di Gestione sia in conformità a quella dello scorso 11 dicembre 2010 da parte dell’Assemblea Straordinaria dei Soci del Banco Popolare. Sull’operazione, inoltre, il Banco Popolare ha altresì ottenuto il nulla osta della Banca d’Italia a procedere con l’operazione di aumento di capitale. Nel dettaglio, l’aumento di capitale sarà realizzato con l’emissione a pagamento di nuove azioni ordinarie a favore sia degli azionisti del Banco Popolare, in proporzione alla azioni possedute, sia a favore di coloro che, sempre con diritto di opzione, sono possessori del prestito obbligazionario convertibile “Banco Popolare 2010/2014 4,75%”.

Per quel che riguarda le caratteristiche dell’aumento di capitale, tra cui il numero delle azioni da emettere ed il prezzo unitario, queste saranno definite in una fase successiva, ed in particolare da parte del Consiglio di Gestione nel corso di una riunione che sarà convocata nei giorni antecedenti all’avvio dell’operazione di aumento di capitale che, inoltre, potrà eventualmente avvenire anche in più tranche.

Sabato prossimo, lo ricordiamo, l’aumento di capitale è stato approvato a larghissima maggioranza dall’Assemblea straordinaria dei Soci del Banco Popolare. I proventi incassati dall’operazione permetteranno, tra l’altro, di procedere al rimborso dei cosiddetti “Tremonti Bond” per un controvalore di 1,45 miliardi di euro; questo permetterà al Gruppo bancario di conseguire una maggiore capacità di autofinanziare la crescita e, quindi, anche di poter andare a corrispondere utili ai Soci azionisti. In più, i due miliardi di euro che saranno ottenuti con il pieno successo dell’aumento di capitale garantiranno al Banco Popolare l’allineamento, con largo anticipo, ai nuovi e più stringenti criteri di Basilea III.

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